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giovedì 8 marzo 2012

In carcere il boss Polverino: supermanager del crimine che ama la bella vita due modelle brasiliane per coprire la fuga

NAPOLI - Una casa su modello del residence Olgettina, affari riservati e belle ragazze. Utili, queste, per trascorrere il tempo ma soprattutto per distrarre gli occasionali passati, i curiosi, i vicini troppo invadenti. Anche la Guardia Civil, che da troppi giorni stazionava con fastidiosa perseveranza dalle parti di Jerez de la Fronteira.
E quando i carabinieri hanno bussato alla porta, l’altra sera, il boss Giuseppe Polverino, catturato ieri, e il suo complice ancora una volta hanno mandato avanti loro, le ragazze: due modelle brasiliane, 25 e 27 anni, che hanno provato a trascinarli lontano dalla casa per dare tempo a Polverino e Vallefuoco di scappare. Ci hanno provato senza riuscirci. Troppo noto il vizietto del «barone» Polverino, troppo conosciuta la sua passione per le donne e la sua debolezza da satrapo gaudente. Così, quando le modelle hanno incrociato lo sguardo con quello degli investigatori spagnoli, hanno avuto la certezza che la latitanza del boss era conclusa.
Sei anni, è durata la fuga dell’ultimo boss. Sei anni di ricerche, di speranze svanite all’ultimo secondo, di certezze evaporate sul filo della burocrazia internazionale: da una parte la squadretta del maggiore Lorenzo D’Aloia, che non ha mai mollato neppure per un secondo; dall’altra le leggi europee sulle rogatorie e sulle intercettazioni telefoniche, con il loro corollario di farraginosa burocrazia. Un anno fa, per esempio. Giuseppe Polverino aveva lasciato la Spagna per un viaggetto in Olanda con il fido Vallefuoco. I carabinieri napoletani lo avevano localizzato. Ma sono stati costretti a fermarsi perché l’autorità giudiziaria dell’Aja non ha mai autorizzato il loro intervento autonomo, chiedendo gli atti e aprendo un’autonoma procedura per la cattura: inutile, nel frattempo Polverino era rientrato in Spagna.
Due anni fa, invece, erano arrivati vicinissimi all’arresto: in Italia, in Campania, in provincia di Napoli. Il 10 aprile del 2010 trovarono, i carabinieri, il suo ultimo nascondiglio: un appartamento a Quarto, sgomberato in tutta fretta. C’erano solo i mobili e una bottiglietta blu di acqua termale, la Solan de Cabras, prodotta nella provincia di Tarragona e in vendita solo in Spagna. Era quella bevuta dal piccolo Vincenzo Giuseppe, il figlio che Giuseppe Polverino ha avuto da Kelly, al secolo Kelen Barbosa de Silva, brasiliana con la quale convive. È la donna che, nel corso di una festa, gli cinge la testa con una corona tempestata di pietre preziose: per lei, il «barone», era invece un re.
Ma prima di Kelly c’era stata anche Ana Paula, nel cuore del boss di Marano. Pure lei brasiliana, conosciuta in Italia. Per la precisione in Toscana, luogo di vacanze e di affari dell’ultimo mafioso cresciuto alla scuola dei fratelli Nuvoletta.
Giovedì 08 Marzo 2012 

FONTE: IL MATTINO

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