Segnalaci i disservizi di Quarto

Vogliamo mettere in rete i cittadini di Quarto e pubblicare tutte le segnalazioni di disservizi che riscontrano quotidianamente. Scivici a ACCADEAQUARTO@HOTMAIL.it

lunedì 26 marzo 2012

"Il Comune di Quarto lo gestiva il clan Polverino"

Nuovi scenari dalle trecento pagine depositate agli atti dell'udienza preliminare iniziata lunedì. Imbriani, sostiene il collaboratore di giustizia, "era il nostro vero sindaco" 

 
di DARIO DEL PORTO 
"Si può dire, con una semplificazione efficace, che il Comune di Quarto, dal punto di vista amministrativo, lo gestiva il clan Polverino attraverso la mia persona", sostiene Roberto Perrone, esponente di primissimo piano della cosca camorristica guidata dal boss Giuseppe Polverino, da alcuni mesi collaboratore di giustizia. In oltre 300 pagine di verbali depositate agli atti dell'udienza preliminare iniziata giovedì scorso, il pentito ricostruisce la trama intrecciata con la politica dall'imprenditore Nicola Imbriani, ricercato da maggio nell'ambito dell'indagine e catturato a metà gennaio dai carabinieri a Brugine, provincia di Padova. Imbriani, sostiene il pentito, "era il nostro vero "sindaco", avendo avuto egli dal clan carta bianca per tutte le vicende politiche e i rapporti da stabilire con le amministrazioni".

A Imbriani, dice Perrone, avrebbe chiesto nel 2008 sostegno elettorale il parlamentare del Pdl Luigi Cesaro, che non è indagato, in vista della sua candidatura per la presidenza della Provincia. L'imprenditore e il deputato si sarebbero incontrati anche una domenica di aprile del 2011 per discutere del progetto per l'apertura di una discarica a Chiaiano: iniziativa promossa da Armando Chiaro, capolista del Pdl alle elezioni amministrative di Quarto del maggio 2011 arrestato alla vigilia delle consultazioni, ma saltata per l'opposizione del clan. Sulle dichiarazioni di Perrone lavorano adesso i magistrati per individuare i riscontri e verificarne l'attendibilità.

Interrogato il
13 luglio 2011 dai pm Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio, Perrone racconta di aver appreso da Imbriani "che Armando Chiaro aveva avuto contatti direttamente con il presidente della Provincia Cesaro per consentire l'apertura di una discarica in una delle cave di via Spinelli e anzi lo aveva condotto direttamente sul posto per un sopralluogo. Imbriani aveva ricevuto questa informazione direttamente da Cesaro in occasione di un incontro avvenuto tra loro in una domenica di aprile presso il complesso termale (naturalmente estraneo all'indagine n. d. r.) denominato le Stufe di Nerone di Pozzuoli".

In un altro verbale Perrone sostiene che, in occasione delle elezioni amministrative del 2003, Imbriani "aveva originariamente incassato" per la sua lista da lui ispirata "l'appoggio politico" di Cesaro, poi venuto meno "soprattutto per l'indisponibilità del centrodestra ad appoggiare" il candidato sindaco Gennaro Prencipe. Secondo il pentito questo "sgarbo politico" sarebbe stato rinfacciato dall'imprenditore in un incontro che Perrone colloca poco prima della sua scarcerazione del 2008: "Cesaro - si legge - sostanzialmente chiedeva un appoggio elettorale per le imminenti elezioni provinciali per le quali si sarebbe candidato (che in realtà si svolsero nel 2009 n. d. r.) e fu per questo che Imbriani reagì ricordandogli, ora che lui chiedeva appoggio elettorale, quello che non aveva fornito nelle precedenti elezioni del 2003 a Quarto".

Il pentito parla poi delle trattative per le elezioni amministrative del 2011, quando Imbriani, al cui appoggio, afferma il collaboratore, l'allora coordinatore regionale del Pdl Nicola Cosentino (estraneo all'inchiesta) e Cesaro "tenevano molto" formò la lista Noi Sud, che si sarebbe alleata con il centrodestra nonostante la contrarietà di Chiaro e dello schieramento del Pdl locale". Queste difficoltà sul territorio, è sempre la tesi di Perrone "giunsero all'orecchio di Cosentino che, molto arrabbiato, fece sapere che o si faceva nel modo da lui indicato oppure avrebbe commissariato il partito indicando proprio Imbriani come commissario cittadino". Da maggio 2011, quando con l'arresto di Chiaro è esplosa la "Quarto connection", Cesaro ha sempre ribadito di aver agito nella massima correttezza, escludendo qualsiasi rapporto di natura diversa da quella politica. 
(25 marzo 2012)


ARTICOLO DI REPUBBLICA NAPOLI

Nessun commento:

Posta un commento