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venerdì 6 maggio 2011

Quarto e camorra, imprenditori pestati a sangue?


Voto di scambio a Quarto, nel mirino 40 cambi di residenza


di Nello Mazzone

QUARTO - Gli inquietanti sospetti sul voto di scambio e sulle presunte infiltrazioni malavitose nelle liste elettorali per le elezioni amministrative di Quarto, dopo gli arresti dei due candidati al consiglio comunale Armando Chiaro (Pdl) e Salvatore Camerlingo (Noi Sud), maturati nel corso del blitz contro il clan Polverino, hanno fatto scattare l’allarme: i carabinieri di Quarto hanno visitato anche ieri mattina la sede comunale e verificato all’Anagrafe i nominativi degli elettori che hanno chiesto in queste ultime settimane il duplicato della tessera elettorale. Ma sotto osservazione sono finiti anche i cambi di residenza registrati negli ultimi sei mesi a Quarto.

Quasi una quarantina di cambi di residenza: un dato fisiologico, in linea con la media annuale, ma gli inquirenti non lasciano nulla di intentato e passano al setaccio nomi e cognomi di ognuno, per verificare anche gli eventuali legami con personaggi della malavita locale o con qualcuno degli 84 indagati nell’operazione anticamorra condotta dai pm della Dda Ardituro e Del Gaudio.

Nelle oltre 1200 pagine dell’ordinanza che ha portato in cella 39 persone tra politici, presunti affiliati e presunti boss dei Polverino, il gip Paola Valeria Scandone tratteggia uno scenario da brivido: presunte collusioni tra politica locale e malavita per il «condizionamento degli organi amministrativi comunali, con particolare riguardo alle scelte relative alle concessioni edilizie»; imprenditori pestati a sangue dagli emissari del clan per indurli a pagare il pizzo; soldi, provento delle illecite attività, che sarebbero stati pagati in cambio di un voto.

Circostanze relative alle passate elezioni, per responsabilità tutte ancora da verificare. Ma il voto del 15 e 16 maggio prossimi va monitorato. Del resto, anche il procuratore della Repubblica Giovandomenico Lepore e il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Mario Cinque, nella conferenza stampa in procura dopo gli arresti di martedì notte, hanno confermato l’impegno delle forze dell’ordine per garantire la massima trasparenza nelle votazioni.

Sotto osservazione, per questo, sono finiti tutti i cambi di residenza richiesti negli ultimi sei mesi, ma anche le istanze di duplicato delle tessere elettorali. Gli inquirenti hanno chiesto all’ufficio elettorale di fornire l’elenco completo di chi ha smarrito il proprio documento per votare. Controlli rigidi. E alcuni elettori sono stati anche convocati in caserma nelle ultime ore e ascoltati dai militari.

Come mai hanno chiesto il duplicato del certificato elettorale? Qualcuno li ha avvicinati promettendo soldi in cambio del loro voto, tenendosi in garanzia i certificati elettorali? E quanti soldi sono stati promessi? Dubbi. Sospetti. Ipotesi che spetterà agli inquirenti e alla magistratura confermare.

Una cosa è certa: si vuole ostacolare il dilagare del fenomeno del voto di scambio e della possibile compravendita del voto, dopo quanto accadde alla vigilia delle elezioni del 2007, con il sequestro di fac-simile di schede elettorali e certificati e 101 persone finite a processo, tra cui anche Armando Chiaro.

Del resto, nell’ordinanza che ha portato in cella i due candidati consiglieri - nelle intercettazioni e nei resoconti dei collaboratori di giustizia - si fa spesso riferimento anche a strani episodi legati alle competizioni elettorali e a personaggi finiti in cella tre giorni fa.

Venerdì 06 Maggio 2011

ARTICOLO DE IL MATTINO
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