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lunedì 16 maggio 2011

Politica e camorra, intercettato Cesaro «Il nostro amico sarà vice allo Iacp» Il presidente Provincia: killer mediatici


di Leandro Del Gaudio
NAPOLI - Denuncia «mattanza politica e killeraggio mediatico», parla di «operazione ad orologeria in pieno election day». Certo, si mostra fiducioso nel lavoro della magistratura, ma non riesce a digerire quello che definisce un «attacco premeditato e strumentale verso la mia persona e verso il ruolo che rappresento tanto nelle istituzioni quanto come responsabile della vita politica di un partito».
A tutto campo, Luigi Cesaro, dopo la pubblicazione di alcuni atti depositati nell’inchiesta della Dda di Napoli su presunte collusioni tra politica e camorra. ù

Caso Quarto, strali da Palazzo Matteotti. Al contrattacco il presidente della Provincia, coordinatore provinciale del Pdl, più volte intercettato mentre dialoga al telefono con Armando Chiaro, il consigliere Pdl di Quarto finito in manette ai primi di maggio.

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Decine di telefonate, che la Dda ha ritenuto di utilizzare per rafforzare le indagini a carico dello stesso Chiaro, per il quale oggi si discute la richiesta di scarcerazione dinanzi al Tribunale del Riesame. Appuntamento tecnicamente impossibile da rinviare, atti depositati due giorni fa, altro che «killeraggio mediatico»: scadenza in calendario da tempo, tempi tecnici per consentire ai difensori degli indagati di replicare alle accuse.

Ma cosa raccontano quelle telefonate tra Chiaro e Cesaro? Una premessa prima di tutto: qui il presidente della Provincia non è indagato, ma le sue conversazioni - a leggere i brogliacci dei carabinieri - fanno emergere comunque collegamenti tra i vertici campani del Pdl e alcuni soggetti in odore di camorra.

Qualche esempio: il pressing di Cesaro e Nicola Cosentino (non indagato) per sponsorizzare Nicola Imbriani (attualmente latitante per presunti contatti con il clan Polverino) proprio in vista delle elezioni tenute tra ieri e oggi.

Trattative politiche, sullo sfondo di un’inchiesta a carico di un politico latitante, di due consiglieri in cella (oltre a Chiaro, anche Camerlingo di «Noi sud»). Le intercettazioni, dunque.

Oltre al leit motiv della investitura di Imbriani, ci sono altri passaggi. Si parla di nomine, di commissariamento, di Iacp. Istituto autonomo case popolari, oro per un’area metropolitana da decenni afflitta dalla questione abitativa.

Parole al telefono, dunque. È il 28 aprile scorso, quando Armando Chiaro chiama Cesaro, che si trova a Roma: «Cesaro - scrivono i carabinieri - dice di aver bloccato i commissari agli Iacp e che il loro amico sarà tra i vice commissari».

Di cosa parla il primo inquilino di piazza Matteotti? A cosa allude Cesaro? Anche qui, a rischio di risultare ripetitivi, nulla di penalmente rilevante, anche se non si escludono riscontri e accertamenti. Inchiesta condotta dal capo della Dda di Napoli Sandro Pennasilico, dai pm anticamorra Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio. Decine di arresti, clan Polverino colpito al cuore, nonostante ben dieci latitanti. Associazione camorristica, traffici illegali, intestazione fittizia di beni, indagano gli uomini del comando provinciale del colonnello Mario Cinque, del tenente colonnello Giancarlo Scafuri e del maggiore Lorenzo D’Aloya. Camorra e affari. C’è un filone che punta dritto al business dei rifiuti.

È il caso del pressing del clan Polverino per aprire una discarica nella zona della ex Cava, per altro in passato finita sotto sequestro: «In concomitanza con la nuova emergenza rifiuti che ha investito la Campania (siamo tra il 2008 e il 2009, ndr), i piani criminali del clan Polverino stavano clamorosamente per realizzarsi», spiegano gli inquirenti negli atti freschi di deposito. Poi, alla fine non andranno in porto, anche grazie a una sorta di mobilitazione tesa ad impedire l’impiego di cave ad uso discarica. Intanto, ieri e oggi il voto a Quarto.

È ancora Cesaro a chiarire in una nota la trasparenza della sua strategia politica prima e dopo gli arresti: «Ricordo, per chi non avesse memoria, che all’indomani delle misure cautelative adottate dai magistrati, su mia proposta il Pdl è subito intervenuto nominando il senatore Sarro garante del partito a Quarto, ed ho chiesto con forza al candidato sindaco, riuscendoci, di ottenere dall’indagato presente nelle liste l’autosospensione dalla competizione elettorale».
Lunedì 16 Maggio 2011 

ARTICOLO DEL MATTINO http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=149350&sez=NAPOLI

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