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domenica 15 maggio 2011

Quarto-connection Cesaro intercettato 22 volte

Ecco i colloqui con Chiaro, capolista Pdl  ora in cella, che era già stato coinvolto in un’inchiesta per voto di scambio nel 2007 ottenendo in quel caso l’archiviazione dall’ipotesi di rapporti con la camorra.

di DARIO DEL PORTO
 
Giovedì 14 aprile, sette minuti dopo l’una del pomeriggio. Squilla il cellulare del presidente della Provincia Luigi Cesaro. È Armando Chiaro, coordinatore del Pdl a Quarto, che gli passa Nicola Imbriani, imprenditore locale impegnato in politica. Quest’ultimo «rassicura» Cesaro e l’accordo, sponsorizzato dal leader regionale del Pdl Nicola Cosentino, per l’ingresso di “Noi Sud” nella coalizione del candidato sindaco del centrodestra, può dirsi concluso. Passano diciotto giorni ed entrambi gli interlocutori di Cesaro cadono nella rete dell’inchiesta del pool anticamorra sulle ramificazioni del clan capeggiato dal boss Giuseppe Polverino. Infatti il 2 maggio Chiaro, nel frattempo candidato come capolista del Pdl alle elezioni amministrative di oggi, finisce in carcere mentre Imbriani evita la cattura e risulta tuttora irreperibile.

I brogliacci di questa e di altre 21 telefonate fra Chiaro e Cesaro sono stati depositati ieri agli atti dell’udienza fissata per domani davanti al Tribunale del Riesame per discutere l’istanza di scarcerazione dell’avvocato Amedeo Di Pietro, difensore di Chiaro. Cesaro e Cosentino, va chiarito, non sono indagati come estraneo all’inchiesta è anche il candidato sindaco del Pdl Massimo Carandente Giarrusso, a sua volta intercettato 60 volte con Chiaro, che anzi dopo il blitz ha preso le distanze dal capolista del Pdl invitandolo a fare un passo indietro «per motivi di opportunità».

Nell’informativa redatta dai carabinieri del Nucleo operativo diretto dal maggiore Lorenzo D’Aloja, vengono fotografati alcuni momenti chiave della vita politica di Quarto che, secondo gli investigatori, si intrecciano con la rivalità fra Chiaro e Imbriani, ora accusati di profonde collusioni con clan Polverino ma anche capaci di influenzare la vita politica del comune flegreo. I due vengono descritti come divisi già sull’ipotesi di aprire una cava durante l’emergenza rifiuti nel 2008, operazione sospettata di avere come obiettivo l’acquisizione di «maggiore visibilità nella compagine camorristica» ma non andata in porto «per ragioni contingenti».

E sono rivali in questi giorni, quando Chiaro si oppone più volte all’ingresso nella coalizione di Noi Sud, sigla alle spalle della quale si muove Imbriani che nella precedente consiliatura aveva appoggiato, tramite una persona ritenuta di sua fiducia, il centrosinistra del sindaco uscente Sauro Secone, non coinvolto nell’inchiesta. Le resistenze all’ingresso nel centrodestra di Noi Sud vengono superate, è la tesi sostenuta nell’informativa, «tramite l’intercessione di Nicola Cosentino». Il 29 marzo Chiaro telefona a Cesaro e gli dice, secondo quanto riportato nella sintesi, di aver saputo da una terza persona che «Cosentino ha deciso che Nicola Imbriani deve stare con loro». Il giorno successivo «Cesaro chiama Armando — si legge ancora nel brogliaccio — e gli dice che il riferimento della lista Noi Sud è Nicola Imbriani».

In realtà, obiettano gli investigatori, Imbriani ricoprirebbe questo ruolo politico senza alcuna investitura formale. Sempre il 30 marzo, dopo aver parlato con Cesaro, Chiaro telefona al candidato sindaco e gli dice che «Cosentino ha imposto l’ingresso di Noi Sud nella coalizione». Nella ricostruzione dei carabinieri, Cosentino avrebbe spinto su Cesaro per far entrare Noi Sud nella coalizione di centrodestra in virtù dello stretto legame che esisterebbe fra Imbriani e il deputato Antonio Milo, che è estraneo all’inchiesta. Le intercettazioni vengono citate nell’informativa perché giudicate in grado di confermare «la notevole rilevanza politica vantata da Imbriani nei confronti degli esponenti non solo provinciali ma anche nazionali del centro-destra». Ma al tempo stesso, l’indagato appare, dall’indagine coordinata dai pm Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio e Cristina Ribera, come il «classico imprenditore camorrista, impegnato da decenni nel riciclaggio» del danaro sporco accumulato dal clan Polverino. E nella lista di Noi Sud in corsa alle elezioni comunali di Quarto figura anche un candidato, Salvatore Camerlingo, in cella sempre nell’ambito della stessa indagine.

Chiaro era già stato coinvolto in un’inchiesta per voto di scambio nel 2007 ottenendo in quel caso l’archiviazione dall’ipotesi di rapporti con la camorra. In questa indagine la Procura gli contesta invece legami molto stretti con il clan. Sarebbe proprio l’ex coordinatore locale del Pdl il proprietario «fittizio» dell’appartamento in provincia di Barcellona dove Polverino abitava e gestiva gli affari illeciti. Interrogato dal gip, Chiaro ha respinto le accuse. Domani, dal carcere, giocherà due partite nella stessa giornata: una per l’elezione in consiglio comunale, l’altra per la scarcerazione.

(15 maggio 2011)  

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/05/15/news/quarto-connection_cesaro_intercettato_22_volte-16256585/

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